La cosa che sopra tutte le altre ho amato di più, la cosa che più mi ha colpito e che mi ha fatto davvero riflettere, è stato lo specialissimo nonché complicato rapporto tra John Watson e Sherlock Holmes. La seconda cosa che ho amato di più è il modo in cui è stato valorizzato e messo in luce il personaggio di Watson, “l’assistente”, colui che di solito non viene mai notato e che verrebbe altrimenti eclissato dalle straordinarie abilità di Holmes. Perché sì, come tutti sappiamo, in ogni storia c’è il migliore amico del protagonista, quello che di solito nessuno nota, che però nonostante tutto e tutti rimane sempre al fianco dell’amico, che è pronto a fare qualsiasi cosa per lui, e che di solito si rivela indispensabile per il lieto fine della storia.
Queste tre cose mi hanno davvero colpita, proprio per l’abilità degli sceneggiatori e dei registi nel far risaltare aspetti a mio parare fondamentali.
Bene, è arrivato il momento delle critiche. Fortunatamente, e insolitamente, questa volta ho solo una critica da fare. Una sola, piccola grande cosa che mi ha dato fastidio e che ha interferito con la mia totale adorazione della serie: il ritorno di Sherlock e la reazione di Watson. Deludente, e mi affretto a spiegare perché. Sherlock era ormai morto da due anni, e il suo migliore nonché unico amico John Watson era passato tra indicibili sofferenze che non posso nemmeno immaginare per cercare di superare la cosa, e finalmente stava iniziando a voltare pagina, a prendere in mano la sua vita. Aveva conosciuto una donna, una donna speciale, e aveva intenzione di chiederla in sposa. Ed ovviamente, come da manuale, Sherlock sceglie la sera della proposta per fare la sua ricomparsa. Non è questo che mi ha infastidita, anzi, diciamocelo, questo è proprio da lui, piuttosto mi ha lasciata perplessa il modo in cui lui torna. Voglio dire, ma davvero? Ti travesti da cameriere? No. Solo no.
Avevo passato minuti interi (aspettando che si caricasse l’episodio) ad immaginare scenari fantastici e ai limiti del possibile, e devo ammettere che per un attimo ho pensato anche ad un drago (scusate, la mia ferita per Leo Valdez è ancora aperta). Dopo di ciò, la cosa che mi sconvolge è la reazione di Watson; va bene, certo, un pochino si è arrabbiato, l’ha aggredito un paio di volte, ma è rimasto ad ascoltare le vanterie e le egoisticità di Sherlock fino a che, in un momento a caso, ha deciso di andarsene. Dunque, per quanto sono riuscita a conoscere il personaggio durante la serie, ero certa che avrebbe fatto su le sue cose e lo avrebbe mollato al momento, non prima però di un toccante discorso su quanto aveva sofferto, che mi avrebbe fatta piangere e che nella mia mente suonava tremendamente bene.
Beh, credo di aver finito con il mio sfogo, ne avevo bisogno. Nonostante questa piccola parentesi negativa, ho adorato la serie, che solo dopo una stagione è riuscita a salire al secondo posto nella mia personale classifica. Avrei molte altre cose di cui parlare e di cui mi piacerebbe discutere, ma temo di essermi già dilungata a sufficienza.
Non ci resta che aspettare per scoprire che cosa combineranno i nostri due improbabili amici, e che cavolo vuole adesso James Moriarty. Davvero, in quel posto nessuno resta morto? È' peggio de 'Il Segreto' (non che io lo guardi, ovvio).
Bene, è arrivato il momento delle critiche. Fortunatamente, e insolitamente, questa volta ho solo una critica da fare. Una sola, piccola grande cosa che mi ha dato fastidio e che ha interferito con la mia totale adorazione della serie: il ritorno di Sherlock e la reazione di Watson. Deludente, e mi affretto a spiegare perché. Sherlock era ormai morto da due anni, e il suo migliore nonché unico amico John Watson era passato tra indicibili sofferenze che non posso nemmeno immaginare per cercare di superare la cosa, e finalmente stava iniziando a voltare pagina, a prendere in mano la sua vita. Aveva conosciuto una donna, una donna speciale, e aveva intenzione di chiederla in sposa. Ed ovviamente, come da manuale, Sherlock sceglie la sera della proposta per fare la sua ricomparsa. Non è questo che mi ha infastidita, anzi, diciamocelo, questo è proprio da lui, piuttosto mi ha lasciata perplessa il modo in cui lui torna. Voglio dire, ma davvero? Ti travesti da cameriere? No. Solo no.
Avevo passato minuti interi (aspettando che si caricasse l’episodio) ad immaginare scenari fantastici e ai limiti del possibile, e devo ammettere che per un attimo ho pensato anche ad un drago (scusate, la mia ferita per Leo Valdez è ancora aperta). Dopo di ciò, la cosa che mi sconvolge è la reazione di Watson; va bene, certo, un pochino si è arrabbiato, l’ha aggredito un paio di volte, ma è rimasto ad ascoltare le vanterie e le egoisticità di Sherlock fino a che, in un momento a caso, ha deciso di andarsene. Dunque, per quanto sono riuscita a conoscere il personaggio durante la serie, ero certa che avrebbe fatto su le sue cose e lo avrebbe mollato al momento, non prima però di un toccante discorso su quanto aveva sofferto, che mi avrebbe fatta piangere e che nella mia mente suonava tremendamente bene.
Beh, credo di aver finito con il mio sfogo, ne avevo bisogno. Nonostante questa piccola parentesi negativa, ho adorato la serie, che solo dopo una stagione è riuscita a salire al secondo posto nella mia personale classifica. Avrei molte altre cose di cui parlare e di cui mi piacerebbe discutere, ma temo di essermi già dilungata a sufficienza.
Non ci resta che aspettare per scoprire che cosa combineranno i nostri due improbabili amici, e che cavolo vuole adesso James Moriarty. Davvero, in quel posto nessuno resta morto? È' peggio de 'Il Segreto' (non che io lo guardi, ovvio).
(Beth, what?)
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Con questo vi saluto, grazie per la vostra attenzione, alla prossima!
Beth.
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