lunedì 15 febbraio 2016

Ciclo dell'eredità

Eccomi di nuovo qui con voi, cari lettori, non vedevo l’ora di cimentarmi in una nuova recensione! Oggi, come avrete visto, vi parlo di una saga poco conosciuta, che non molti hanno letto e di cui si sente poco parlare.


Questa particolare saga mi sta molto a cuore, in quanto l’ho letta in un momento molto particolare della mia vita, ed essendo poco conosciuta la sento come il mio piccolo tesoro segreto.
"Brom aveva ragione, Eragon: i tempi dei cavalieri dei draghi sono ritornati."

Eragon è il protagonista dei quattro libri in cui si suddivide la storia (il primo libro porta il suo nome), un ragazzino di appena 15 anni che sta per affacciarsi all’età adulta, e che in un giorno normalissimo, per caso e non, trova qualcosa che gli sconvolgerà inaspettatamente la vita. 
Il mondo in cui vive Eragon, chiamato Alagaesia, è un mondo molto diverso da quello che conosciamo noi, popolato da creature magiche e mostruose, da draghi (quasi totalmente estinti) e stregoni. La magia esiste, ma dalla gente del piccolo paese rurale in cui vive il ragazzo, è vista come una pericolosa arma al servizio dei malvagi, e, in particolare, al servizio del malvagio per eccellenza, lo spietato re Galbatorix, che con il suo enorme drago nero Shruikan, semina il terrore in tutti i suoi regni. Ed è proprio contro questo tremendo re che, in seguito ad eventi e scoperte sensazionali, si scatenerà la potenza (finora nascosta) di Eragon, che fino a poco tempo prima era un semplice ragazzo orfano allevato dagli zii, che si occupava di mandare avanti la fattoria di famiglia e di procacciare il cibo per sostentarsi durante l’inverno imminente. Durante il faticoso viaggio che lo porterà al compimento del suo destino, Eragon incontrerà elfi, nani, mostruosi Kull, ed esseri anche peggiori. Troverà lungo il cammino amici, alcuni dei quali vedrà morire, e anche inaspettati parenti, troverà la felicità, il dolore della perdita, la consapevolezza dei suoi poteri, l’esaltazione ma anche l’umiltà, capirà chi è davvero, ma soprattutto incontrerà il grande amore. Un amore impossibile, doloroso, che a tratti gli donerà gioia, ma che gli insegnerà anche l’importanza di rispettare i propri doveri e di pensare al proprio popolo, che gli farà capire che la vita non va presa alla leggera, che l’amore è una forza superiore e potentissima che nemmeno il drago più potente potrebbe sottomettere.  
Ho amato questa saga, ho amato la crescita interiore ed esteriore di Eragon durante il suo percorso, ed ho amato la conclusione, dolorosa, ma anche piena di significato.
"Il vero coraggio consiste nel vivere e soffrire per ciò in cui credi."
Trovo particolarmente importante sottolineare il fatto che lo scrittore, Christopher Paolini, ha scritto il primo libro della saga all’età di 15 anni, insomma, un vero genio. Dei quattro libri, quello che mi è piaciuto di meno è stato il terzo, Brisingr, in quanto non l’ho trovato particolarmente ricco di eventi, mentre quello che mi è piaciuto di più è senz’altro stato il secondo, Eldest (titolo che per chi conosce abbastanza l’inglese già rivela qualcosa), che ho trovato particolarmente emozionante. In conclusione, Il Ciclo dell’Eredità è una saga adatta davvero a tutti, grandi e piccoli, appassionati di lettura e non, in quanto è in grado di appassionare ed emozionare chiunque. 


Con questo ho finito, spero che la recensione vi sia piaciuta e che sia stata utile!
Atra esternì ono thelduin a tutti voi, Beth.























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